Nel corrente anno scolastico, il 1° Circolo didattico “Cesare Battisti” procede lungo il percorso di innovazione e sperimentazione della riforma, oggi legge dello Stato grazie al Decreto Legislativo 19 febbraio 2004, n. 59. Già nel trascorso anno scolastico, l’istituto ha fatto parte del gruppo di 251 scuole che per prime hanno partecipato ai processi di innovazione, sperimentando l’anticipo, l’organizzazione dell’equìpe pedagogica per tutor e docenti di laboratorio, il portfolio delle competenze ed il coinvolgimento attivo e responsabile dei genitori nella vita della scuola. L’attivazione dei processi di ricerca-azione nell’anno scolastico 2002/03 ha innescato un circolo virtuoso tra le varie componenti scolastiche, orientate al miglioramento delle proprie prestazioni professionali per la realizzazione di una scuola a misura di bambino.

 

 

 

 

Nel corrente anno, grazie al Decreto Ministeriale n. 61 del 22 luglio 2003, la sperimentazione ha avuto luogo focalizzando l’attenzione sull’innovazione curricolare. Attraverso l’analisi dei documenti pedagogici strettamente connessi alla riforma della scuola primaria e dell’infanzia (le Indicazioni Nazionali, le Raccomandazioni e il PECUP) e tenendo presente il Piano dell'Offerta Formativa, il Collegio dei docenti ha ipotizzato e posto in essere un’attività di ricerca-azione volta alla personalizzazione della proposta curricolare. Come ha recentemente evidenziato il professor Giuseppe Bertagna dell’Università di Bergamo, nel corso del convegno svoltosi durante il 1° Expò dell’educazione e del lavoro tenutosi a Milano il 28 aprile scorso, le idee portanti dell’innovazione per una scuola dell’infanzia e primaria “a misura di bambino” sono:

- il ruolo chiave del servizio pubblico di istruzione, che, in qualità di sistema educativo formale, ha avuto attribuito il compito, secondo i vigenti provvedimenti normativi di riforma, di armonizzare i percorsi possibili del bambino per il raggiungimento delle competenze, i quali si snodano, come è noto, anche e soprattutto attraverso i sistemi educativi non formali (opportunità offerte dal territorio) e informali (la famiglia, il gruppo dei pari);

- la continuità verticale nel curricolo, che deve diventare un pratica, un valore fondante dell’intero ciclo. I contenuti delle Indicazioni nazionali sono strutturati secondo la logica della continuità e progressività, necessaria per la strutturazione di un curricolo organico lungo l’intero corso di studi;

- l’unità dell’insegnamento, idea che si oppone alla “secondarizzazione” della scuola primaria. Ogni atto di insegnamento/apprendimento coinvolge sempre diverse prospettive disciplinari, secondo una chiave di lettura ologrammatica che rifiuta la pratica dello specialismo nell’insegnamento e la dicotomia conoscenza/valore;

- la laborialità nell’insegnamento, che presuppone una didattica in cui il legame tra teoria e pratica diventa imprescindibile e in cui la pratica dell’azione riflessiva acquista una dimensione strutturale;

- la personalizzazione dell’apprendimento, che comporta, per l’insegnante, la necessità di andare oltre la prospettiva dell’individualizzazione (insegnare le stesse cose con tempi diversi adatti a ciascun bambino) per permettere a ciascun alunno di attribuire significato in modo personale e responsabile ai propri apprendimenti scolastici, affinché questi si trasformino in competenze all’interno di un percorso scolastico per la vita.